L’Hospice e il crescente impegno per i malati di SLA e Alzheimer
Tra il 1997 ed il 1998, quando in Italia si registrava ancora una scarsa sensibilità per le tematiche inerenti le cure palliative, il Presidente della Fondazione Roma maturò l’idea, avendo avuto l’opportunità di osservare negli Stati Uniti una struttura oncologica all’avanguardia, di creare a Roma un hospice, ovvero un centro di ricovero e cura dedicato all’assistenza medica e spirituale dei malati con breve aspettativa di vita. In quegli anni i centri di cure palliative in Italia si contavano sulle dita di una mano, e a Roma, in particolare, mancava una realtà di questo tipo.
Dopo studi di fattibilità ed una delicata fase di progettazione operativa, l’iniziativa si è concretizzata nel 1999, con l’apertura di un reparto di dieci posti letto. Nel corso degli anni si è assistito ad un costante aggiornamento ed ampliamento dell’offerta assistenziale, fino a giungere alla configurazione attuale dell’Hospice, i cui servizi si rivolgono non solo ai malati in fase terminale, ma anche ai pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) e da Alzheimer.
Offrire cure eccellenti, garantendo la centralità della persona, nel rispetto della sua dignità, costituisce la mission dell’Hospice, che dalla sua apertura ha assistito oltre 12.000 persone, garantendo un servizio globale, che si prende cura del paziente nella fase terminale della sua esistenza dal punto di vista fisico, psicologico e spirituale.
Grande impegno è stato profuso negli ultimi anni anche a beneficio dei pazienti affetti da Alzheimer e colpiti da SLA, per i quali ultimi, è stata avviata un’importante collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, per un progetto diretto a realizzare un assistente robotico in ambiente “intelligente”, in grado di influire sul benessere fisico e cognitivo della persona.
La Fondazione Roma ha in programma, inoltre, di implementare in modo rivoluzionario anche i servizi in favore dei malati di Alzheimer, con la realizzazione di un progetto pionieristico per l’Italia, liberamente ispirato ad un’esperienza olandese, di cui, parimenti, il Presidente della Fondazione è stato il propositore, dopo aver visitato il centro in Olanda. Si tratta di una struttura residenziale riservata agli anziani affetti da Alzheimer e da altre forme di demenza senile, un ambiente che riproduce spazi e servizi tipici di un piccolo paese, i cui residenti sono i malati stessi, ospitati in case che ricordano l’ambiente di provenienza, liberi di muoversi e al contempo assistiti da operatori socio-sanitari, che svolgono contemporaneamente anche altre mansioni all’interno del villaggio, parrucchiere, cameriere, commesso nei negozi, portiere, ecc. Il villaggio, dotato di spazi per lo sport, la socializzazione e la riabilitazione dei residenti, sarà aperto ai familiari ed alla popolazione del quartiere, al fine di favorire la massima integrazione della struttura col tessuto sociale esistente.