Il giorno 23 c.m., alla Fondazione di Forlì, si è svolta una mattinata di studi nel 30° anniversario delle Legge Amato sulle fondazioni bancarie. Ospiti: Amato, Guzzetti e Tremonti.
Il primo, che nel suo intervento sul “Corriere della Sera” del 22 u.s. ha cambiato idea sulla felice intuizione con cui aveva separato l’attività filantropica da quella economica perseguita dalle banche. Il terzo, colui che provò a distruggerne il contenuto con una legge che le pubblicizzava. Il secondo, che con il suo comportamento, durante il suo lungo mandato, ha sostanzialmente disatteso al dettato della legge, consentendo alle fondazioni di continuare a partecipare al capitale delle banche, cosa alla quale ha posto rimedio soltanto nel 2015, quindi ben 15 anni dopo la predisposizione della Legge Ciampi in materia (art. 7 del D.L. 153 del 1999) o, se si vuole essere rigorosi, 10 anni dopo dal termine in base al quale la stessa legge determinava la data dell’adempimento, ovvero il 31/12/2005, e a continuare a mantenere i rappresentanti politici negli organi delle fondazioni, e, da ultimo, spingendo le fondazioni ad entrare a far parte della Cassa Depositi e Prestiti, dove, invece di dedicarsi all’attività istituzionale prevista dalla Legge Amato-Ciampi, esse sono state indotte ad occuparsi di autostrade, Alitalia e quant’altro.
Sorprende, come sempre, che a queste adunanze non venga invitata la Fondazione Roma, la quale all’epoca dei fatti, presieduta dal Prof. Avv. Emanuele, ha sempre manifestato contrarietà alle indicazioni di Guzzetti sugli argomenti sopra indicati e si è opposta, giova ricordare, prima dell’ACRI, di cui la Fondazione Roma da anni non fa parte per disaccordi sulle politiche associative adottate, di fronte alla Corte Costituzionale separatamente dalle altre fondazioni, alla Legge Tremonti che mirava a ridurre l’autonomia delle stesse, il rapporto con la società civile per farle diventare la longa manus della politica territoriale.
Questa linea, con la quale si è perfettamente e convintamente manifestato sostenitore l’attuale Presidente della Fondazione, Dott. Franco Parasassi, ha permesso alla Fondazione Roma di uscire indenne dalle contrapposizioni politiche (vedi CARISBO) all’interno degli organi e a non rimanere dipendente dalle erogazioni delle banche a cui si è partecipato.
Per una corretta dialettica, sarebbe stato il caso che anche un rappresentante della Fondazione Roma fosse stato coinvolto in questa retrospettiva del trentennio della Legge Amato, alla quale la Fondazione Roma ritiene di essersi sempre attenuta nella sua versione originaria.
Fondazione Roma