Si è tenuta presso la sede della Fondazione Roma, il 22 settembre alle ore 17, la presentazione del volume “GIUSEPPE UNGARETTI Le lettere di una vita 1909 – 1970”, curato dalla Prof.ssa Francesca Bernardini Napoletano, Ordinaria di Letteratura italiana contemporanea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “Sapienza” e componente del Comitato di Indirizzo della stessa Fondazione Roma. Oltre all’Autrice, erano presenti il Presidente Onorario della Fondazione, Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha rivolto un breve indirizzo di saluto, il Presidente, Franco Parasassi e, in qualità di relatori, il Prof. Roberto Deidier, Ordinario di Letterature comparate all’Università di Palermo, la Prof.ssa Paola Montefoschi, Ordinaria di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Chieti, ed il Prof. Alessandro Zuccari, Ordinario di Storia dell’Arte moderna anch’egli dell’Università “Sapienza” di Roma. Ha svolto il ruolo di moderatrice la Dott.ssa Elisabetta Risari della Casa Editrice Mondadori che ha pubblicato il volume.
Il libro, di oltre mille pagine, frutto di un lungo lavoro della Prof.ssa Bernardini, consente di ripercorrere, attraverso gran parte delle lettere scritte dal poeta, di cui molte inedite, gli anni, i giorni e perfino le ore di Ungaretti, che, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1888, è poi vissuto per lo più in Italia, ma anche in Francia e in Brasile, attraversando varie stagioni culturali e, naturalmente, politiche. Si tratta di un epistolario che valica, dunque, i confini italiani, per arrivare ad essere internazionale, poiché Ungaretti conosceva bene molti letterati stranieri, soprattutto francesi, da Apollinaire a Valéry, e che merita di essere letto con attenzione e una giusta dose di curiosità intellettuale. Al termine della lettura, si avrà la ricostruzione esatta ed integrale della multiforme personalità del grande poeta, comprese le sue intemperanze, anche caratteriali, i suoi giudizi sferzanti su noti letterati del suo tempo, il suo atteggiamento sostanzialmente favorevole al fascismo, del quale pagò le conseguenze con la sospensione dall’insegnamento fino al 1947, ed i suoi rapporti con Mussolini, al quale, come si evince dal volume, egli chiese una prefazione per la nuova edizione del suo primo libro di poesie “Il Porto Sepolto”, richiesta che fu in effetti soddisfatta. Dall’epistolario, opportunamente diviso in sezioni dalla curatrice, che firma anche ampi saggi introduttivi, emerge il ritratto di un uomo di grande sensibilità, profondamente segnato dall’esperienza della guerra in trincea, ma anche dal successivo secondo conflitto mondiale, esperienze dalle quali attinge il materiale per dare vita a nuovi mezzi espressivi della dimensione della sofferenza, un linguaggio poetico originale che arriva a ridefinire l’intero panorama letterario contemporaneo. Ungaretti vive gli ultimi anni della sua vita in maniera molto intensa, venendo eletto Presidente della Comunità europea degli scrittori e finendo per divenire noto anche in ambienti extra letterari, allorché nel 1968 entrò in tutte le case degli italiani, grazie allo sceneggiato tratto da “L’Odissea”, che accompagnò in ogni sua puntuta con la lettura di alcuni passi del testo omerico.